La danza orientale, definita raqs al-sharqi, si sviluppa soprattutto in Egitto sebbene la sua diffusione ricopra tutto il mondo arabo.
L’origine di questa danza, conosciuta anche come “danza del ventre”, è ancora sconosciuta. Negli anni ’20 al Cairo il cabaret, luogo di svago tipicamente europeo, rappresenta una indiscussa testimonianza dello sviluppo di danzatrici professioniste e della nascita dell’assolo femminile. Prima di allora le fonti sulla danza ci pervengono da scritti europei.
Le fonti scritte europee risalgono al XIX secolo, in esse emergono due figure di artiste, cantanti e danzatrici di professione: le almee e le gawasi. Le almee, di ceto sociale più elevato, si esibiscono esclusivamente nelle case private dei ricchi. Non compaiono in pubblico in quanto rispettose delle usanze locali. Le gawasi invece, appartenenti a una tribù zingara proveniente dall’Est dell’Egitto, vivono in accampamenti provvisori ai margini della società e non esitano a danzare con il volto scoperto per le strade e per le piazze per un pubblico maschile. Se vengono chiamate a danzare nelle case è per feste private destinate al divertimento degli uomini, mai sono introdotte negli harem, luoghi di rispetto. Tali fonti portano all’interno delle contraddizioni che non risolvono la contrapposizione fra almee e gawasi la cui figura ha avuto sicuramente dei cambiamenti parallelamente alle trasformazioni sociali e culturali del paese. Di conseguenza dal 1800 al 1930 gli aspetti socio-culturali della danza, ma anche quelli tecnici e artistici, restano imprecisi.
Il cabaret
Negli anni ’20 le grandi città ospitano numerosi cabaret, termine utilizzato dalla stampa dopo gli anni ’30. Le parole arabe prima usate sono: malahi e sala. La sala più conosciuta è quella di Badiaa Masabni. La giovane donna, attrice di formazione, si dedica al canto e alla danza. La sua sala, inaugurata nel 1926, accoglie artisti di talento che in seguito diventano famosi come il cantante siriano Farid el Atrache e le tre danzatrici degli anni ’40 Tahia Carioca, Samia Gamal e Naima Akef. Per loro Isaack Dickson crea coreografie di danze occidentali quali la samba, la rumba, la carioca, il tango. Per la prima volta la danza tradizionale riceve delle influenze dal balletto occidentale. Viene introdotto lo studio dello spazio scenico e delle coreografie.
Lo stile Sharqi subisce un’evoluzione; i professionisti cominciano a distinguere la danza al baladi, tradizionale egiziana, da quella da varietà, all’occidentale.
Stili di danza
È consuetudine classificarne tre: sharqi, baladi, shabi.
Sharqi: danza composta dalle tecniche di base del baladi ma arricchita di forme accademiche occidentali. Si attenua così la natura terrena della danza e la pesantezza dei movimenti.
Baladi: il termine significa “locale” o “del paese”. Danza praticata nelle città, soprattutto del Cairo e di Alessandria, da professioniste egiziane in contrapposizione alla danza eseguita dalle professioniste non egiziane. La danza è accompagnata da una piccola orchestra di tre o quattro musicisti che suonano l’ud (liuto), il qanun (salterio), il req (tamburello con nacchere) e la tabla (percussione).
È la danza delle almee con piedi fermi sul pavimento, pesantezza di bacino e di anche, dimensione terrena e braccia che ricordano il folclore egiziano. Il baladi rappresenta la cultura e la tradizione egiziana.
Shabi: stile popolare rurale, semplice, viene dalle campagne. Categoria ampia che comprende danze regionali diverse, folcloristiche. I passi esprimono gioia e possiedono una componente giocosa e festosa.
Contenuti tratti da “LES DANSES DANS LE MONDE ARABE”
a cura di Djamila Henni-Chebra e Christian Poché
Invito alla lettura di alcuni libri che hanno accompagnato la mia formazione di insegnate, per conoscere contesto storico, culturale e musicale della danza orientale:
- IL CORPO SVELATO
Kassim Bayatly, ed. ANANKE - LES DANSES DANS LE MONDE ARABE
Djamila Henni-Chebra e Christian Poché, ed. L’HARMATTAN - SUONI DEL DESERTO
Manuela Giolfo, ed.ANANKE - DANSE DU MAGHREB
Viviane Lièvre, ed. KARTHALA
Invito alla lettura di un romanzo che ho molto apprezzato:
- KUCIUK
Alexandra Schwartzbrod, ed. GARZANTI